Associazione Culturale «Circolo Dialettale Silvanese "Ir Bagiu"»

Gli autori

Sergio Basso è nato a Silvano d’Orba il 13 luglio 1946 ed è stato, per molti anni, insegnante di lettere nella Scuola Media.
Molto legato al proprio paese e alle sue tradizioni, spinto dal desiderio di salvaguardare l’identità e la continuità del dialetto – la sua lingua materna – pubblica, nel 1997, il suo primo libro di poesie insilvanese dal titolo ‘Na vota u j era in bagiu… [Una volta c’era un rospo].
Nel 1999, assieme ad amici di media e veneranda età fonda il Circolo Dialettale Silvanese “Ir Bàgiu” che realizza, con lui, L’Armanàculu d’Sirvou 2000, un calendario artistico che riporta cartoline d’epoca, vecchie fotografie e disegni, proverbi e modi di dire, tradizioni e favole, poesie e filastrocche. Quel calendario è diventato un vero e proprio pezzo da collezione, ma sono pezzi rari anche i numeri successivi che, fino al 2016, hanno sempre mantenuto la prima pagina – disegnata da Amelia Tiberga, moglie di Sergio – identica a quella de L’Armanàculu del 2000.
Nel 2002 Sergio Basso pubblica un secondo libro di poesie e racconti in dialetto silvanese dal titolo ‘Na vota u j era in omu… [Una volta c’era un uomo] e nel 2006 dà alle stampe il suo primo capolavoro: Dove l’Orba si beve il Piota, un prezioso volume interamente dedicato alla storia del suo paese; ma non riesce a vederne l’uscita perché si spegne, improvvisamente, il 9 ottobre 2006.
Il suo secondo capolavoro, il Dizionario e Grammatica del Dialetto Silvanese – testo fondamentale della scrittura, della grammatica e dei vocaboli in lingua locale – viene alla luce postumo, nel 2013, grazie al paziente lavoro di recupero e di impaginazione di alcuni soci de “Ir Bàgiu” che hanno così salvato il “frutto” di anni di indagine, di dedizione, di impegno e lo hanno fatto diventare patrimonio comune di tutti i Silvanesi.

Elio Robbiano è nato a Silvano d’Orba nel 1940 ed è stato uno dei fondatori del Circolo Dialettale Silvanese “Ir Bàgiu”, costituito nel 1999 per salvaguardare le tradizioni culturali silvanesi, valorizzare la lingua locale e trasmettere, in particolare alle giovani generazioni, l’amore per il patrimonio storico, culturale, naturalistico e paesaggistico di Silvano d’Orba.
Non esistendo una sede del nuovo Circolo, Elio mise a disposizione la propria casa di via Calcinara, la storica Cuntro di ∫droi, e fu proprio in quella sede che il 2 marzo 2001 si costituì l’Associazione Culturale Circolo Dialettale Silvanese “Ir Bàgiu”.
Elio ha dedicato tutta la sua vita lavorativa all’attività artigianale nel settore della termoidraulica, coltivando sempre un encomiabile interesse per la storia locale, per la cultura dialettale del suo paese e di tutto l’Alto Monferrato.
Il suo libro, Sirvou dir Magnou [Silvano del Calderaio], raccoglie le sue prime poesie scritte in dialetto silvanese; in esse, a volte in tono scherzoso, a volte in tono più serio, traspare una visione saggia e concreta del mondo, il cui centro fisso rimane costantemente Silvano d’Orba al quale Elio è legato da un amore profondo, da sempre dichiarato. Elio Robbiano muore, non ancora settantenne, il 15 luglio 2009, mentre è in stampa il primo libro fotografico su Silvano del Circolo “Ir Bàgiu”, al quale faranno seguito un secondo libro e la pubblicazione di numerose cartoline e fotografie d’epoca.

Pierfranco Romero nasce il 30 settembre 1940 in frazione Valle Cochi del Comune di Silvano d’Orba.
Frequenta le Scuole Medie dei Padri Scolopi di Ovada e si diploma geometra nel 1960 all’Istituto Tecnico Leonardo da Vinci di Alessandria.
Dopo varie esperienze di lavoro ed il periodo militare, viene assunto dalla “Stefano Pernigotti e Figlio” di Novi Ligure, dove opera per 30 anni.
Nel 1998 va in pensione e nel 1999 viene chiamato dal professor Sergio Basso a co-fondare il Circolo Dialettale Silvanese “Ir Bàgiu”, che iniziava la sua attività con la pubblicazione del calendario L’Armanàculu d’Sirvòu, destinato a diventare un appuntamento immancabile ed atteso per tutti i Silvanesi negli anni a seguire.
Per il calendario e per la Rivista degli Emigranti, edita dal Comune di Silvano d’Orba, scrive diversi racconti anche in versione dialettale ed è l’ideatore, assieme alla figlia Arch. Cristina Romero, del percorso storico turistico di Silvano d’Orba, a cui Sergio Basso ed Elio Robbiano hanno collaborato per la sua prima realizzazione.
Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo: La Valle dei Cochi tra Storia e Leggenda (2001), Silvano d’Orba con i Colori della Memoria (2007) e Sempre Viva la mia Rondinaria (2010).
Dal 2008, inoltre, collabora attivamente con le realtà del circondario per l’organizzazione di convegni e manifestazioni circa la mitica città di Rondinaria; grazie a questa attività è divenuto, in questi anni, una prestigiosa firma del mensile “L’Inchiostro Fresco”.
Lo caratterizza l’abilità del percorrere, attraverso un linguaggio autobiografico particolare, eventi e periodi storici del suo territorio e del passato.

Giovanni Maria Calderone, Silvanese di nascita (classe 1946), è un dirigente in pensione dell’industria cartaria. “Emigrato” a Milano per lavoro, è tornato a vivere, da qualche anno, nel paese natìo. Si occupa di storia locale ed è un membro molto attivo dell’Associazione Culturale «Circolo Dialettale Silvanese “Ir Bàgiu”» che ha tra i suoi obiettivi quello di far conoscere la storia e le bellezze del territorio, di valorizzarne i monumenti, di raccontarne le tradizioni e di tenere in vita il dialetto. Tra le tante attività e ricerche svolte per il Circolo “Ir Bàgiu”, ricordiamo il volume “La Guerra del ’15. Storia dei Caduti Silvanesi e di qualche sopravvissuto”: questo libro rappresenta, in nuce, il contributo che Giovanni Calderone ha voluto dare al suo paese, Silvano d’Orba, per non dimenticare i giovani di cento anni fa che hanno dovuto lasciare le proprie case, i propri affetti, per andare a combattere una guerra lunghissima in condizioni che oggi non siamo nemmeno in grado di immaginare.

Giampiero Pesce è nato a Silvano d’Orba nel 1954, ha ricevuto una formazione di tipo scientifico, è vissuto fino al 1979 alla Pieve di Silvano, trasferendosi in seguito a Ovada, dove tuttora risiede. Tutta la sua carriera lavorativa è trascorsa nella Formazione Professionale, prima con ruoli di formatore, poi con incarichi dirigenziali.
Attualmente in pensione si può dedicare completamente alla famiglia, alle coltivazioni amatoriali e allo studio della storia del territorio.
Con il fratello Franco, che prosegue attivamente la tradizione agricola dei genitori e rappresenta un’importante memoria storica delle colline silvanesi, ha vissuto i momenti del declino della viticoltura e della successiva rinascita.
Entrato a far parte del Circolo ”Ir Bàgiu” solo recentemente, ha pubblicato con questo il racconto ”Giorni di fuga”, storia avventurosa sui primi insediamenti alla Pieve.
Per la rivista «URBS», edita dell’Accademia Urbense di Ovada, ha scritto un articolo sul territorio silvanese nella seconda metà ‘700, compiendo approfondite ricerche negli archivi comunali di Silvano d’Orba.

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